“Gira” nell’Area Commerciale Centro Nord una scheda denominata “Piano di programmazione commerciale 2016 – Guida alla compilazione del piano di programmazione commerciale”. I Titolari sono risolutamente chiamati a compilarla con l’accuratezza e la determinazione che, di norma, si richiedono alla prestazione professionale quotidiana.
Come possiamo definirla: uno strumento finalizzato alla gestione degli obiettivi commerciali della filiale? Un vademecum operativo per quei distratti Titolari che hanno inavvertitamente buttato nel cestino il budget assegnato alla propria filiale non più tardi di qualche giorno fa? O l’ennesimo report? Niente di tutto ciò perché questa volta gli estensori (il cui elaborato è stato evidentemente approvato se non favorito dall’Area manager, cui non interessa nemmeno seguire le indicazioni più volte ripetute dal Direttore Generale di non chiedere report alla Rete) sono riusciti a fare di più: hanno fatto BINGO !
Si, perché in un colpo solo hanno realizzato un elaborato che viola il Contratto Nazionale di Lavoro, il Protocollo Etico di Unipol Banca e la legge.
Era difficile realizzare la “tempesta perfetta”, eppure ci sono riusciti.
Allora vediamo come.
Nella scheda in questione la prestazione individuale viene esplicitata sulla base del contributo quantitativo di ogni addetto al raggiungimento dei singoli obiettivi numerici (pag.1). Qual è lo scopo di tale modalità se non quello di monitorare in dettaglio le singole prestazioni dei colleghi? Così facendo si esercita un controllo continuativo sull’attività svolta dai colleghi che viola espressamente l’art 4 dello Statuto dei Lavoratori. Al contempo, la consuntivazione dei risultati di produzione tramite report giornalieri o periodici – siamo stanchi di dirlo – è vietata dall’art.3 del Protocollo Etico della Banca.
E’ bene, a questo punto, rinfrescare la memoria degli estensori.
L’art. 2104 del Codice Civile sancisce che la prestazione professionale del lavoratore sia improntata sull’obbligo della diligenza e dell’osservanza delle disposizioni impartite dall’imprenditore. La prestazione è finalizzata al conseguimento dei risultati attesi ma il lavoratore – come giustificano diverse sentenze della Cassazione – non è responsabile del risultato finale. In tal senso, il budget viene assegnato alla filiale e alla sua realizzazione i singoli addetti sono obbligati a concorrere entro i limiti posti dall’inquadramento, dalla corrispondente mansione e dal ruolo a loro attribuito.
Il CCNL esclude la possibilità di assegnare ai singoli lavoratori obiettivi quantitativi, a livello individuale. E’ invece prevista per l’impresa la possibilità di imporre un sistema incentivante che preveda degli obiettivi di gruppo.
Ci piacerebbe invece capire dagli estensori della scheda, nel momento in cui attribuiscono ai singoli addetti della filiale obiettivi commerciali quali-quantitativi, se dispongono di una esatta fotografia del grado di formazione individuale e della necessaria abilitazione formale alla vendita di particolari prodotti. Se ciò non fosse, si configurerebbe una vera e propria coazione a violare le norme di legge e i regolamenti, con contestuale, impropria, concentrazione del rischio sugli addetti medesimi.
La scheda in questione, insieme ad altri documenti che hanno circolato e circolano nella nostra banca ( e che inondano quotidianamente le caselle di posta elettronica dei colleghi ), sono strumenti che trascendono i normali poteri datoriali di direzione e controllo, sfociando in una chiara ed arbitraria violazione delle norme a tutela dei lavoratori.
Chiediamo quindi che gli organi di Direzione competenti diano precise disposizioni affinché tali strumenti vengano, rapidamente, soppressi e invitiamo i lavoratori coinvolti a darci riscontro di specifiche pressioni a sottostare o a sottoscrivere obiettivi quantitativi individuali.
Sarà cura delle scriventi OO.SS.AA. avviare le dovute iniziative contrattuali e le necessarie azioni legali. Bologna, 16 febbraio 2016.
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UGL – UILCA UNIPOL BANCA S.P.A.