Da repubblica.it – MILANO – Con il via libera alla fusione tra la Borsa di Londra e di Francoforte perderanno il posto di lavoro 1.250 persone anche se le due società assicurano che nel tempo verranno creati 550 nuovi impieghi. Il risiko dei listini rischia di scatenare un terremoto sul mercato del lavoro con il 14% dei dipendenti dei due gruppi a rischio. D’altra parte le promesse sinergie da 450 milioni di euro – una volta completato il processo – passeranno proprio dai risparmi futuri.
E a farne le spese potrebbero essere anche i dipendenti italiani che un’operazione simile l’hanno già vissuta sulla loro pelle nel 2007, quando Piazza Affari fu acquisita dalla Borsa di Londra andando a creare una società che oggi conta 3.500 lavoratori. A Milano i dipendenti sono circa 560: con la nuova fusione, se i tagli fossero lineari sarebbero a rischio tra i 70 e gli 80 posti di lavoro. Le intenzioni di Londra e Francoforte sono chiare, anche se ancora mancano i dettagli a livello di ogni singolo paese: il 50% dei licenziamenti colpirà il settore dell’Information Technology, il 30% il corporate e il 20% il business. Uno schema che ricalca quello già applicato nel 2007, quando le uscite furono incentivate in un arco temporale di oltre due anni. Se la fusione avrà il via libera degli azionista, verranno definite anche le modalità dei tagli.
Borsa Italiana per il momento non commenta, ma il documento di convocazione delle due assemblee – in agenda a inizio luglio – sottolinea che i tagli saranno “distribuiti” fra il London Stock Exchange (3.500 dipendenti) e Deutsche Börse (5.200). Oltre all’Italia, al Regno Unito e alla Germania, le sinergie riguarderanno la Francia, lo Sri Lanka e gli Stati Uniti.