Hsbc, arrestato il capo del mercato dei cambi per frode

da repubblica.it – LONDRA – Un nuovo scandalo scuote la reputazione dei banchieri. Un dipendente della Hsbc è stato arrestato dall’Fbi all’aeroporto di New York mentre stava per prendere un volo per Londra e un suo collega è stato incriminato per una truffa sul mercato dei cambi che avrebbe fruttato 8 milioni di dollari. Il fatto risale al 2011 e fa parte dell’ampia indagine annunciata dalle autorità americane sulle manipolazioni dei mercati valutari. Il tempo impiegato a far scattare le manette è indicativo della complessità dell’inchiesta: non è facile, evidentemente, raccogliere prove in grado di incastrare gli imputati in un’aula di tribunale. Tanto che i due sospetti si sentivano apparentemente sicuri.

Entrambi gli accusati sono cittadini britannici. Mark Thompson, 50 anni, è capo del dipartimento scambi di valuta globali della Hsbc, una delle maggiori banche del Regno Unito con uffici in mezzo mondo. E’ lui che è stato arrestato all’aeroporto e più tardi rilasciato su una cauzione di 300 mila dollari in contanti più il suo appartamento di New York: finora ha vissuto facendo la spola fra la Grande Mela e Londra. Il suo complice è Stuart Scott, 43 anni, capo dell’ufficio cambi della Hsbc nella capitale britannica, dove risiede stabilmente. E’ accusato dello stesso reato e nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura. Sono i primi individui incriminati nell’inchiesta del governo americano sulle presunte manipolazioni del mercato dei cambi, da cui transitano 5 trilioni di dollari al giorno.

Nello specifico, i due banchieri sono accusati di “frode” ai danni di un cliente che cinque anni fa ha acquistato 3 miliardi e mezzo di sterline. Gli imputati avrebbero deliberatamente acquistato sterline per farne salire il prezzo prima dell’affare, in modo da poterle poi vendere a prezzo maggiorato al cliente. L’operazione avrebbe fatto loro guadagnare 3 milioni di dollari, a cui ne hanno aggiunti 5 milioni in costi bancari addebitati al cliente, la cui identità non viene rivelata. Sarebbero al centro di una “ragnatela di menzogne”, afferma l’Fbi, che potrebbe avere danneggiato anche altre persone. In un’intercettazione resa nota dalle indagini, uno dei due dice all’altro: “Sembra che i pesci comincino ad abboccare”. Commenta un portavoce della Hsbc: “La nostra banca continua a cooperare pienamente con l’inchiesta delle autorità Usa”.

Lo scorso anno altre quattro banche si sono riconosciute colpevoli di manipolazioni dei tassi di cambio: Barclays, Royal Bank of Scotland, Citigroup e JP Morgan Chase, soprannominate “il cartello”, con un’allusione al sistema di controllo del marcotraffico, hanno pagato 5 miliardi e mezzo di dollari di sanzioni.

“Se non imbrogli, non c’è partita”, è una delle frasi attribuite ai banchieri coinvolti nella truffa. Il tipo di comportamento che ha spinto l’Economist a fare una famosa copertina sui “banksters”, fusione di “banker” e “gangster”.

Photo by Karen V Bryan

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