Le grandi banche vogliono l’architettura di Bitcoin per le transazioni del futuro

MILANO – Quattro grandi banche a livello globale – Ubs, Deutsche Bank, Santander e Bank of New York Mellon – si sono alleate per mettere a punto una nuova forma di valuta digitale, nella convinzione che possa diventare uno standard per il settore, sfruttando l’architettura di blockchain, la tecnologia su cui si basa la circolazione della moneta virtuale Bitcoin.

Come riporta il Financial Times, l’idea è partita da Ubs, che ha poi unito le forze con le altre tre banche e con il broker Icap, e sarà ora presentata alle Banche centrali, con l’obiettivo di arrivare a una prima commercalizzazione all’inizio del 2018. Si tratta di uno degli esempio più concreti di collaborazione tra banche per ridurre i costi e migliorare l’efficienza di un’iniziativa sulle valute digitali. “Oggi gli scambi tra banche e istituzioni sono difficili, costosi in termini economici e di tempo perso. La questione è snellire il processo e renderlo più efficiente”, ha detto Julio Faura, responsabile per innovazione, ricerca e sviluppo per Santander.

La tecnologia di blockchain permette alle criptovalute di esser scambiate con una “validazione” da parte di operatori sparsi lungo la rete, senza che esista un cervello centrale a comandare la struttura. Prima osteggiato per le paure di frodi, le banche hanno poi familiarizzato con il concetto e ci hanno visto un’opportunità di business. Anche perché il costo della gestione delle transazioni tra banche è stimato fino a 80 miliardi di dollari l’anno, e limarlo non sarebbe male. Grazie a blockchain, ridurrebbero a dismisura i tempi necessari a chiudere gli scambi di titoli, evitando l’attesa per il passaggio di denaro e utilizzando piuttosto il denaro virtuale – convertibile in denaro reale presso le Banche centrali – per sistemare le loro pendenze. I costi dei servizi di compensazione e di post-trading sarebbero quindi eliminati.

Photo by quapan

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