Banche: Megale (Fisac Cgil) a Ue, no a tagli occupazionali su Mps e venete

Roma, 27 aprile – “No a tagli occupazionali per Monte Paschi di Siena e per le due banche venete”. A chiederlo è il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, nel rivolgersi direttamente al presidente della Commissione affari economici e monetari del Parlamento Ue, Roberto Gualtieri, e agli europarlamentari italiani, a partire dai due esponenti di spicco, quali Gianni Pittella e Antonio Tajani.

Megale, infatti, “a proposito del ruolo che la Bce e la Commissione europea stanno svolgendo su Monte Paschi di Siena, dove la ricapitalizzazione pubblica è già decisa, e sulle due banche Venete, dove va tempestivamente decisa, chiedo a Gualtieri, così come agli europarlamentari italiani, a partire da Pittella e Tajani, un intervento netto e deciso nei confronti dei commissari incaricati affinché da un lato si decida, e lo si faccia velocemente, sulle mosse da prendere e dall’altro si contrasti in modo chiaro e forte chi vorrebbe mettere sul piatto di un negoziato col governo italiano un piano sociale drammatico fatto di maggiori esuberi e tagli occupazionali più pesanti, che sono inaccettabili oggi e lo saranno in qualsiasi contesto domani”.

Per questa ragione, aggiunge il leader della Fisac Cgil, “tutto il sindacato è attento e unito nel chiedere questo intervento a livello europeo, pronti a sostenerlo se necessario con una manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori da realizzare a Bruxelles. È importantissimo che si abbia presente la necessità di intervenire con urgenza e tempestività: il fattore tempo è un valore così come lo è la difesa dei presidi e delle presenze territoriali che sono un patrimonio per il terzo gruppo del paese come Mps e anche per le due realtà venete”, conclude.


Milano Finanza

Far scendere in campo il Parlamento europeo per impedire alla Commissione e alla Bce di far passare un’interpretazione delle norme comunitarie che danneggi ancora una volta le banche italiane in difficoltà. Questo il senso dell’appello lanciato ieri da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari italiani .

«Chiediamo al Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare, come sempre ha fatto, affinché sui casi Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Unione europea nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale, eventualità che noi comunque contrasteremo con ogni mezzo. Temiamo, infatti, che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi, che le banche italiane inevitabilmente poi tradurrebbero in tagli occupazionali». Lo dichiara. A Tajani la Fabi chiede anche «d’intervenire per far sì che il gruppo Mps e le due banche venete siano tutelate anche per quanto riguarda la presenza sui territori, in quanto, come ha già affermato il presidente di Abi Patuelli, “occorre scongiurare il rischio che si riduca eccessivamente la concorrenza bancaria sui territori, poiché questa è assolutamente indispensabile in un mercato aperto ”».

L’invito di Sileoni, insomma, è che gli italiani nelle istituzioni europee facciano fronte comune: «È auspicabile che l’asse Tajani-Pittella-Gualtieri, funzionale alla salvaguardia del settore bancario, e il presidente di Abi Antonio Patuelli si adoperino in stretta collaborazione per evitare strappi e forzature. Invitiamo lo stesso Patuelli, dal nostro punto di vista il miglior presidente Abi di sempre, a sensibilizzare i vertici di Mps e delle due banche venete sulla necessità di evitare macelleria sociale a danno del territorio e dei lavoratori. Ricordiamo che al primo licenziamento bloccheremo l’intero settore».

Anche il segretario della Fisac Cgil, Agostino Medale si è rivolto agli europarlamentari italiani chiedendo «un intervento netto e deciso nei confronti dei commissari incaricati affinché da un lato si decida, e lo si faccia velocemente, sulle mosse da prendere e dall’altro si contrasti in modo chiaro e forte chi vorrebbe mettere sul piatto di un negoziato col governo italiano un piano sociale drammatico fatto di maggiori esuberi e tagli occupazionali più pesanti, che sono inaccettabili oggi e lo saranno in qualsiasi contesto domani». I sindacati tutti, ha aggiunto Medale, sono pronti a manifestare a Bruxelles. (riproduzione riservata)


Corriere della Sera

aranno assemblee pesanti, quelle di oggi di Popolare di Vicenza e

Veneto Banca. A Vicenza manifesteranno i sindacati dei bancari, preoccupati per la sorte degli 11 mila dipendenti. Si teme che la scure Ue per approvare il piano di ristrutturazione e fusione — e autorizzare l’ingresso dello Stato con la «ricapitalizzazione precauzionale» — passi per 2.200 esuberi oltre ai 1.480 lavoratori delle controllate da cedere. Attesa anche una stretta sui dirigenti, che solo a Vicenza sono 250 anche se in gran parte di medio-basso livello. PopVi ha già aperto una nuova procedura in più rispetto a quanto previsto alla fine 2016 che fissava in 700 gli esuberi per il 2017 e ha convocato i sindacati per mercoledì. In realtà la vera partita si giocherà dopo l’ok Ue al piano del ceo Fabrizio Viola atteso per fine giugno: un accordo sindacale entro dicembre consentirebbe di accedere ai 627 milioni stanziati dal governo per i bancari per il 2017. Anche per questo ieri il leader Fabi, Lando Maria Sileoni, si è appellato al presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, per «vigilare affinché sui casi delle venete e Mps non ci siano da parte di Bce e Ue abusi o forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale». Sulla stessa linea Massimo Masi, della Uilca (No ai licenziamenti) mentre Agostino Megale di Fisac-Cgil propone una manifestazione dei bancari a Bruxelles: «È importante che si abbia presente la necessità di intervenire con urgenza e tempestività: il fattore tempo è un valore».

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