Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha deciso di abrogare il comma 2 dell’articolo 211 del codice degli appalti, che consentiva all’Anac di intervenire, in caso di macroscopica irregolarità, senza aspettare la magistratura.
Le OO.SS. confederali, allarmate da tale avvenimento, hanno immediatamente chiesto a Governo e Parlamento di riassegnare tali poteri in materia di intervento e prevenzione all’Autorità Nazionale Anticorruzione, utilizzando il primo provvedimento disponibile.
Questo passaggio è indispensabile per tutelare e rafforzare il ruolo e le funzioni svolte da Anac, dimostrando con un chiaro segnale che la lotta alla corruzione costituisce ancora un obiettivo prioritario nel Paese.
Riteniamo altresì essenziale che il nuovo provvedimento legislativo, oltre a sanare l’incomprensibile depotenziamento, sia anche lo strumento utile per inserire, finalmente, l’Anac, a tutti gli effetti, nel novero delle Autorità indipendenti di regolazione e controllo.
Oggi il riconoscimento di tale status è impedito dall’assenza di un chiaro riferimento normativo, che riconosca all’Anac la indispensabile autonomia giuridica ed economica e le attribuisca la necessaria indipendenza per essere al riparo da ingerenze e facili strumentalizzazioni.
Chiediamo pertanto che Governo e Parlamento dimostrino la centralità del ruolo e delle funzioni svolte da Anac, garantendole un quadro regolatorio chiaro, che le consenta di dotarsi di una disciplina giuridica ed economica del rapporto di lavoro in grado di valorizzare l’autonomia e la professionalità del personale, elementi indispensabili per svolgere in modo veramente efficace la propria funzione di lotta alla corruzione.
Chiediamo quindi che ANAC sia finalmente equiparata a tutti gli effetti alle altre Autorità Amministrative Indipendenti.