Camusso: la mia sinistra unita e felice

da L’Espresso del 9 luglio 2017 – Colloquio con Susanna Camusso di Marco Damilano

In tempo d’estate, stagione di campeggio più che di campagne elettorali, la sinistra è sconquassata da tende che si spostano, quella di Romano Prodi, da accuse di nostalgia canaglia, quella di Matteo Renzi contro i critici, da movimenti nuovi che si formano, quello di Giuliano Pisapia, con leadership vecchie alle spalle, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema.

Susanna Camusso, segretaria della Cgil dal 2010, osserva le convulsioni della sua parte politica con la consapevolezza di aver messo al sicuro la sua organizzazione dalla grande crisi e dal tentativo di liquidazione degli anni passati.

Il sindacato è un potere forte a sinistra e tutti si contendono il suo appoggio. Mentre nella Cgil sta per aprirsi la fase congressuale che porterà alla successione della Camusso. A sinistra da mesi si moltiplicano scissioni, annunci di nuovi partiti, tentativi di pace, venti di guerra.

Dalla sua posizione di segretaria della Cgil come vede tutti questi movimenti? «Faccio una premessa. Le riforme diventano una parola malata quando non hanno un aggettivo, un segno. Noi non siamo per nulla convinti che destra e sinistra siano categorie uguali e superabili. Indicano politiche differenti con un diverso impatto sulle persone, a partire da come si vivono e si affrontano le disuguaglianze. Per anni non se n’è più parlato. Se ora rinasce una discussione in Italia, perché in altri paesi è già successo, siamo curiosi e attenti…

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