MILANO – Le banche sospettate dalle autorità di aver manipolato i tassi di interesse, come l’indice di riferimento Libor, si trovano ad affrontare una nuova grana: oltre 30 azioni legali avviate nei loro confronti da mutuatari e altri soggetti che ritengono di essere stati ingannati dagli istituti di credito.
Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che la prossima settimana i legali di Barclays, Royal Bank of Scotland, UBS e altre dodici banche ancora sotto inchiesta chiederanno al giudice federale di rigettare molte delle cause contro di loro, che puntano a ottenere lo status di class action. Le azioni legali sono state avviate in California e a New York e puntano a ottenere decine di miliardi di dollari in danni dalle banche che hanno aiutato a determinare il Libor. I legali dei 16 istituti accusati ritengono che le azioni legali non abbiano validità giuridica.Ad esempio, prosegue il quotidiano americano, durante lo scorso dicembre il Dipartimento di Giustizia ha affermato che i trader di Ubs hanno manipolato il tasso Libor tra il 2006 e il 2008, e come risultato hanno “truffato le controparti per milioni di dollari”; secondo la difesa, questa affermazione significa comunque che i tentativi fatti dai trader non provano che la banca abbia cercato di formare cartelli con altri istituti e sia quindi chiamata in causa come società. Ma secondo i legali di alcuni accusatori, come Michael Hausfeld che rappresenta Baltimora, le prove dei contatti tra Barclays, Rbs e Ubs contraddicono questa posizione della banca svizzera. In effetti molte comunicazioni emerse tra trader testimonia che non solo ci si parlava all’interno della stessa struttura, ma anche tra banche teoricamente concorrenti.
Sul versante delle sanzioni, intanto, secondo quanto riferisce Bloomberg, Rabobank – la seconda banca olandese – potrebbe essere colpita da una multa di 440 milioni di dollari o più per aver manipolato il tasso Libor. La sanzione non dovrebbe arrivare comunque prima di maggio e sistemerebbe la posizione della banca nei confronti della Commodity Futures Trading Commission e del dipartimento di Giustizia Usa, oltre che nei confronti della Financial Services Authority della Gran Bretagna.