Antiriciclaggio: le truffe On-Line

Si estendono i confini dell’antiriciclaggio. Infatti oltre al contante ad essere uno strumento rischioso, ora nelle nuove forme di pagamento si celano delle insidie per il finanziamento all’economia sommersa.

L’allarme è stato lanciato durante la presentazione dell’ultimo Rapporto Annuale dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (a cui presenziava anche il nostro Dipartimento Legalità-Ufficio Antiriciclaggio della Fisac Nazionale). Infatti, nel corso della sua relazione il Direttore Generale della Uif stessa ha evidenziato che è importante che l’economia digitale non diventi una zona franca. Da un lato Fintech (osservata con attenzione dall’Uif) che riserva opportunità agli Operatori, ma anche alla criminalità pronta ad utilizzare i nuovi spazi operativi. Dall’altra, con numeri alla mano, anche dalle criptovalute arrivano nuovi profili di rischio. Il nostro Paese ha fatto da apripista con una forma di regolamentazione, anticipando i contenuti della IV Direttiva Europea Antiriciclaggio, ed ora stanno arrivando le segnalazioni di operazioni sospette: oltre 200 nel 2017 e circa 600 negli ultimi anni. In più casi a destare i sospetti è stata proprio l’intrinseca opacità dello strumento, ed in diverse situazioni sono state individuate connessioni con estorsioni online, truffe e schemi piramidali che hanno innescato attività investigative. 

Il livello di guardia è elevato, in quanto ci sono casi in cui il ricorso alle criptovalute si inserisce in operatività complesse con utilizzo di fondi pubblici e connessioni con paradisi fiscali, con la presenza di collettori che ricevono i fondi destinati alla conversione in valute virtuali tramite bonifici dall’estero o ricariche di carte prepagate o da altre operazioni singole di importi contenuti. 

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