Come la transizione verso la mobilità a basso contenuto di carbonio rafforza l’economia.
Questo studio è volto ad analizzare gli impatti economici, sociali ed ambientali legati alla transizione verso l’uso di veicoli a basse e zero emissioni di carbonio in Italia. La sfida del cambiamento climatico, di mantenere l’aumento medio delle temperatura entro i 2°C stabilito nell’Accordo di Parigi, richiede un ripensamento del modo in cui viviamo, produciamo, consumiamo e muoviamo persone e merci. I trasporti rappresentano il cardine di questa trasformazione; sono l’unica fonte di emissioni in continuo aumento anno dopo anno, dato che la domanda di trasporto supera gli incrementi di efficienza realizzati. Il trasporto passeggeri è il segmento più critico, essendo responsabile sia della maggior parte delle emissioni di gas serra, sia della cattiva qualità dell’aria nelle aree urbane che oggi affligge molte città europee. L’Italia è in ritardo nell’affrontare gli impatti negativi del suo sistema di trasporto rispetto agli altri Stati membri dell’UE. Con una delle flotte veicolari più vecchie d’Europa, l’alto numero di auto per abitante, l’elevato numero di decessi prematuri dovuti all’inquinamento atmosferico e gli alti prezzi dei carburanti, sono fattori che rendono necessari interventi urgenti. Trasformare la mobilità richiede una serie di soluzioni, in termini di cambiamento tecnologico e comportamentale. Le tre novità rivoluzionarie della mobilità “elettrica, condivisa e autonoma”, offrono un enorme potenziale per cambiare il sistema della mobilità verso una maggiore sostenibilità ed efficienza. Se si considerano i tre principali pilastri della mobilità sostenibile, Evita,Sposta e Migliora, questa analisi si concentra sul pilastro Migliora, esaminando in dettaglio come il mezzo di trasporto più popolare, l’automobile, possa diventare più sostenibile.
Nell’effettuare questa analisi abbiamo cercato di rispondere ad alcune domande fondamentali:
• Questa transizione è tecnologicamente fattibile in un lasso di tempo utile all’Europa per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi?
• Quali sono gli effetti della transizione sulle emissioni di gas a effetto serra, sul risparmio energetico, sulla qualità dell’aria e sulla salute?
• Quali sono i risparmi in termini di fabbisogno energetico totale per il parco autovetture?
• Quale sarà l’impatto della transizione sull’economia?
• Quale sarà l’impatto su produttori, consumatori, lavoratori, cittadini e responsabili politici?
• Quali sono le infrastrutture e gli investimenti necessari per rendere possibile questa transizione?
• Come sarà influenzato il sistema nazionale di distribuzione dell’energia elettrica?
• Quanta elettricità supplementare sarà necessaria per alimentare una grande flotta di veicoli elettrici?
I risultati dello studio dimostrano che la transizione verso una mobilità a basse emissioni di carbonio può migliorare l’economia nazionale, ridurre la spesa totale per importazioni di combustibili fossili, aumentare la sicurezza energetica nazionale, ridurre l’esposizione dei consumatori alla volatilità dei prezzi del petrolio, rafforzare la resilienza macroeconomica del Paese e migliorare la salute dei cittadini. La riduzione delle importazioni di petrolio e del costo della mobilità genererà posti di lavoro e crescita economica; le emissioni di gas a effetto serra del parco autovetture saranno notevolmente ridotte; l’inquinamento atmosferico locale diminuirà drasticamente e le annesse esternalità negative evitate.
Il costo totale della mobilità per gli automobilisti italiani scenderà grazie alla transizione. Nel 2030 la spesa annua per il carburante di un’auto di piccole dimensioni sarà in media inferiore di 353€ a quella del 2020, grazie ad una maggiore efficienza e alla diffusione di veicoli solo elettrici. Nel 2030 un’auto elettrica a batteria potrà in media far risparmiare al conducente di un veicolo di piccole dimensioni 917€ l’anno sui costi di carburante e di manutenzione rispetto a un’auto convenzionale, compensando così il maggior costo di acquisto iniziale. Nel 2030 il PIL sarà superiore di 2.396 milioni di euro rispetto allo scenario di riferimento, soprattutto a causa della riduzione delle importazioni di petrolio. Inoltre, saranno creati 19.225 nuovi posti di lavoro. Nello stesso anno, le emissioni di CO2 delle automobili si ridurranno del 32%, quelle di NOx del 65% e il PM del 77% rispetto ai livelli del 2017. Tutti questi inquinanti tenderanno ad azzerarsi nel 2050. Grazie alla riduzione delle concentrazioni di NOx e PM, si stima che nel 2030 si eviteranno 1.100 decessi prematuri, un numero significativo di tumori polmonari, bronchiti croniche e asma e 1,63 milioni di giorni di assenza dal lavoro per malattia.
Naturalmente, la transizione non è senza sfide: sebbene vi sia un aumento generale dell’occupazione, alcuni settori perderanno posti di lavoro e vi saranno cambiamenti nell’imposizione fiscale da parte del governo. È essenziale accompagnare e gestire la fase di cambiamento con interventi politici ben mirati e lungimiranti, al fine di creare occupazione di qualità e garantire la sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Questo studio giunge alla conclusione che, nonostante le sfide, la transizione ai veicoli ad emissioni zero può rappresentare per l’Italia una situazione vantaggiosa per tutti e che, se gestita correttamente, porterà benefici sociali, economici ed ambientali. Più le importazioni di petrolio saranno ridotte e sostituite da energia rinnovabile prodotta in Italia, maggiori saranno i vantaggi. L’Italia, con il suo alto potenziale per lo sviluppo di capacità elettrica, sia solare che eolica, ha un’occasione unica per trasformare la debolezza della scarsità di risorse combustibili fossili in un punto di forza.
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