La vicenda del Monte dei Paschi di Siena – ha dichiarato Franco Martini segretario Confederale intervenendo alla tavola rotonda “Oltre le crisi bancarie, ruolo dello stato e dell’Europa” organizzata nell’ambito del IX Congresso Fisac CGIL, che si sta svolgendo a Roma presso il Centro Congressi Frentani – è stata emblematica perché ha acceso una spia eloquente sulla crisi bancaria, facendo comprendere a tutto il mondo CGIL la centralità di una questione da cui dipende lo sviluppo del Paese nel suo complesso. “Abbiamo bisogno che ogni tassello della CGIL partecipi a un disegno condiviso di crescita. Parlare delle problematiche del sistema creditizio in chiave confederale vuol dire fare un salto di qualità, cominciando a chiedersi come finalizzare le risorse. Le banche non sono un deposito passivo, ma un soggetto proattivo per l’economia e la società. Il principio della qualità sulla quantità deve valere sia per gli aspetti economici quanto per il capitale umano, solo a questa condizione gli istituti bancari possono acquisire quel ruolo sociale da più parti auspicato”.
Rivolgendosi poi al governo Martini ha aggiunto: “Se si vogliono sfondare i parametri del deficit, è lecito chiedersi: per fare che cosa? Per alimentare l’assistenzialismo o per avviare delle politiche di crescita? Noi siamo per la crescita senza ambiguità e tentennamenti.
Migliorare il rapporto con l’Europa – prosegue l’analisi di Martini – vuol dire tenere insieme l’interesse generale e la coesione tra le persone, coniugando due termini che nel passato sono apparsi confliggenti: ETICA E BANCHE. Solo in questa prospettiva si potrà passare dalla MANO D’OPERA ALLA MENTE D’OPERA, non parliamo più di esuberi, linguaggio superato, piuttosto di riqualificazione e di recupero di giacimenti professionali e umani di cui il nostro mondo bancario è straordinariamente ricco”.
Marco Morelli, amministratore delegato MPS ha tracciato un primo bilancio delle vicende legate alla banca toscana a un anno dal raggiungimento dell’accordo. “Ristrutturazione e rilancio sono le parole chiave a valle di una ristrutturazione – ha spiegato il manager – che è costata sacrifici ma che è stata portata avanti, unico caso in Europa, contestualmente a un progetto di crescita orientato a ridare a MPS un ruolo importante come attore dello sviluppo economico del Paese.
Il tema del confronto che abbiamo avuto il coraggio di sostenere di fronte alla UE è stato molto chiaro: non potrà esiste nessuna possibilità di riattivare il volano dei ricavi, se non si garantisce a tutti i dipendenti la possibilità di migliorare il loro apporto e la qualità della loro performance. Abbiamo – ha concluso Morelli – così tutelato l’occupazione, riuscendo a ridare fiducia a clienti e risparmiatori, migliorando nel contempo gli spazi di interlocuzione e di negoziazione con L’Europa”.
Lo Scenario macro economico – ha commentato sempre nel corso della tavola rotonda Roberto Gualtieri Presidente Commissione Finanza della UE – presenta indici di crescita che sono stati in parte propiziati dalle misure non convenzionali adottate dalla BCE. In questa fase è però intervenuto un rallentamento, in Italia evidenziato come è noto dal fenomeno dello SPREAD. Anche per questo è auspicabile che si arrivi a un approdo razionale e che il governo riesca a bilanciare le misure della manovra tenendo conto di un contesto globale complesso ricco di luci e ombre. Il futuro più immediato, come ha recentemente dichiarato il Governatore della BCE, Mario Draghi, vedrà uno stop dell’acquisto di nuovi titoli di stato, in parte bilanciato dalla pratica di bassi tassi di interesse e dal reinvestimento dei titoli acquistati. Questa finestra di opportunità va colta in uno scenario regolamentare in movimento che sta correndo, pur tra qualche contraddizione, verso una riduzione e una condivisione del rischio.
Occorrerà, in sintesi, saper rispondere alle sollecitazioni del mercato e dell’innovazione tecnologica, tenendo presente che la centralità del lavoro e degli indici di produttività sono le stelle polari cui fare riferimento. Sono convinto – ha precisato ancora Gualtieri – che il nostro sistema bancario ha tutti i requisiti per giocare un ruolo da protagonista in una nuova Europa, più aperta, più inclusiva, più tollerante, capace di tornare ad essere motore di civiltà”.
Le conclusioni di un ampio e molto seguito momento di riflessione sono toccate ad Agostino Megale Segretario Generale Fisac CGIL. “Se la crisi bancaria è stata una tempesta perfetta, essere riusciti a venirne fuori salvaguardando tutti i lavoratori a fronte di a un’Europa che si stava trincerando dietro misure come il Bail In e che voleva lo scalpo del Monte Paschi è per noi motivo di grande orgoglio e di soddisfazione. Stavano rischiando di perdere non solo un punto di produzione bancaria ma un patrimonio storico del lavoro e un’esperienza insostituibile.
I lavoratori in questo momento difficile in cui una certa Europa era contro hanno reagito, trasformandosi anche in psicologi rispetto a Clienti che sembravano disorientati e smarriti. Sono stati loro i protagonisti della rinascita.
Adesso si apre una nuova fase in cui occorre lavorare per dare più valore alle relazioni industriali e maggiore incisività a un’azione sindacale unitaria, che deve mirare a riportare la banca a essere soggetto attivo della crescita, in sintonia con un sistema creditizio rinnovato e al passo con i tempi”.