In questo mese appena trascorso il dato che salta agli occhi e su cui abbiamo inteso sviluppare questa analisi sono i numeri, numeri della legge di Bilancio, numeri che ABI ha sciorinato ancora una volta al tavolo, numeri che raccontano la disfatta della Sinistra all’esito del voto umbro.
Rispetto alla Legge di Bilancio, di prossima presentazione alle Camere, anche in relazione alle considerazioni sviluppate nel Corso del nostro Direttivo Nazionale dell’1 e 2 ottobre, rileviamo nella nota al DEF senz’altro segnali positivi di discontinuità, a partire dall’impegno del Governo per una legge sulla rappresentanza, positiva ci sembra anche la programmazione dell’aumento dei salari lordi reali,attraverso l’intervento sul cuneo.
Positiva anche la disattivazione dell’aumento dell’Iva, che in caso contrario avrebbe scaricato i propri effetti sui redditi bassi da lavoro e da pensione.
In termini fiscali, c’è un serio obiettivo di recupero dell’evasione fiscale di con una reale prospettiva diabbandono della strada sino ad oggi percorsa dei tanti condoni.
Guardiamo con interesse alle soluzioni presentate in relazione alle politiche tese all’abbattimento della soglia del contante, incrociando le banche dati e assumendo personale qualificato nell’Agenzia delle Entrate per favorire maggiori controlli.
Già nella missiva inviata al Capo dello Stato, in occasione del centenario ABI, avevamo indicatointerventi in abbattimento dell’utilizzo della soglia del contante e una incentivazione all’utilizzo delle forme di pagamento elettronico, come strumento necessario per controllare e arginare l’anima delle tante economie sommerse che attraversano il Paese.
E’ importante anche in ottica sistemica l’incremento degli investimenti nelle infrastrutture sociali, materiali e immateriali (+0,6 2020; +0,6 2021); la previsione di un Fondo pluriennale di 50 mld su rigenerazione urbana, rinnovabili e riconversione energetica.
Rispetto alle attività della Federazione Nazionale ben riuscite sono state le due giornate di Bari dedicate all’ iniziativa della FISAC Nazionale con il Dipartimento Mezzogiorno, “Il ruolo del sistema finanziario e assicurativo nel Mezzogiorno” conclusa dal nostro Segretario Generale Maurizio Landini.
Il livello di analisi, le esperienze dei territori e dei coordinamenti aziendali devono necessariamente sollevare interrogativi rispetto a cosa possiamo fare in relazione alla nostra responsabilità per unire il Paese
rispetto a elementi di politica economica.
La mia Segreteria e io siamo convinti che è il tempo questo in cui
il sistema creditizio e assicurativo si assuma laresponsabilità anche rispetto a questo territorio da tempo bollato come la “Cenerentola del Paese”.
Nelle giornate baresi abbiamo lanciato la nostra proposta, “ADOTTA UNA GRANDE OPERA”. che vede nel risparmio degli italiani e nella veicolazione “sociale” dello stesso per il tramite degli istituti di credito una opportunità sinergica per dare un contributo al territorio.
Il dato di partenza è che sui conti correnti del Paese giacciono oltre 1100 mld, è possibile , a nostro avviso, pensare ad un veicolo finanziario,
una obbligazione infrastrutturale, un green Bond, che coniughi anche l’attenzione all’ ambiente con un giusto e legittimo riconoscimento sul capitale investito, per finanziare il completamento di importanti opere infrastrutturali a beneficio del Paese tutto.
Siamo convinti che una operazione del genere aiuterebbe anche a riconciliare il sistema creditizio con il Paese visto che
veniamo da una stagione in cui, per anni, un bene costituzionalmente garantito come il risparmio è stato a dir poco strattonato.
E’ il tempo questo di ripensare e coniugare con il senso collettivo la responsabilità sociale delle imprese.
Rispetto alle questioni di settore, il negoziato Abi e i numeri che sono stati messi sul tavolo non ci convincono.
Il percorso per il rinnovo del Ccnl del creditosicuramente non si preannuncia semplice e come dichiarato in più ambiti, non avremmo certo timore ad agire tutti gli strumenti che la pratica sindacale democratica offre.
Non siamo più disposti ad ascoltare non risposte soprattutto sui temi centrali della nostra piattaforma, una piattaforma lo ripetiamo ancora, partorita nella logica di riunificare il mondo del lavoro su salari diritti e tutele guardando soprattutto alle condizioni delle giovani generazioni di lavoratori.
Nelle riflessioni di questi giorni mi ha colpito un passo di Federico Caffè che condivido con voi , “L’incapacità di assicurare la dignità del lavoro ai giovani rappresenta, al di là di ogni richiamo alla Costituzione, la manifestazione evidente della disfunzione fatale di un sistema economico”.
Ecco il silenzio di ABI rispetto alle nostre richieste è per noi espressione plastica del senso della disfunzione del sistema, incapace di recepire le istanze anche sociali di cui è intrisa la nostra piattaforma, è emblema dellairresponsabilità che questi “signori” rischiano di mostrare a tutto il Paese, irresponsabilità tesa al governo dei cambiamenti con lo sguardo orientato esclusivamente al profitto, lasciando nella penna tutti i proclami rispetto alla tanto decantata responsabilità sociale d’impresa.
C’è un Paese che muore, ci sono giovani intelligenze cui non diamo futuro che rendiamo schiave di un nuovo lavoro servile questo, il silenzio non è una risposta per noi accettabile.
In questi anni di crisi del settore del credito a pagare sono stati i risparmiatori (clienti) e i lavoratori bancari, quelli che ci hanno guadagnato sono gli azionisti e gli amministratori delegati, che hanno goduto anche di lauti dividendi.
Questa fase, sia chiaro a tutte e tutti, si è chiusa.
Abbiamo necessità, non più rinviabile di più salario e più diritti.
L’incontro del 25 Ottobre in ABI per il rinnovo del Ccnl ha confermato la linea di silenzio del Casl.
Nessuna delle risposte che aspettiamo è arrivata.
L’ABI dopo questi mesi di negoziato anziché dare risposte ha presentato al tavolo una serie di documenti che abbiamo respinto poiché, come riconosciuto da entrambe le parti al tavolo, la piattaforma unitaria è stata assunta come unica base del negoziato, questo anche per gli argomenti presentati da ABI su riforma inquadramenti, area contrattuale e rapporto fra primo e secondo livello di contrattazione.
Per il prossimo incontro in ABI sul rinnovo del Ccnl, in prima battuta fissato al 30 ottobre, poi rinviato al 5 Novembre e infine al 6 dello stesso mese, se perdurerà l’ostinato silenzio del Casl rispetto ai temi della piattaforma unitaria oltre al blocco delle trattative in tutti i gruppi bancari si andrà alla mobilitazione.
Sarà a questo punto determinante, per il proseguio del negoziato, che ABI presenti risposte concrete sui temi fondamentali della piattaforma.
E’ tempo di parlare a tutto il Paese, a tutela dei lavoratori e dei clienti da troppi ormai vittime della fame di utili dei banchieri e azionisti.
Lo diciamo chiaramente respingeremo con forza e decisione ogni
abbassamento dei diritti
e ogni penalizzazione dei nostri giovani
Possiamo discutere di flessibilità ma non discuteremo mai di precarietà, la questione dei diritti per noi è prioritaria.
Stesso salario e stessi diritti a parità di lavoro
Questa ricetta del mondo sviluppato, del mondo che si definisce moderno ha in realtà prodotto diseguaglianze
che hanno dato vita ad un Paese ingiusto che nega ogni possibilità di avanzamento per i nostri giovani.
Questa piattaforma per il rinnovo del Ccnl lo ripetiamo è a tutela non solo dei bancari ma anche del Paese e della clientela.
Se i lavoratori hanno stessi diritti, stesse garanzie ci sono garanzie anche per la clientela rispetto soprattutto alla vendita che in passato c’è stata di prodotti opachi.
Non porta ricchezza per il Paese andare ad alimentare le diseguaglianze
E ognuno nelle responsabilità che ha deve dare un contributo per riunificare il Paese
Doverosa per stare nei contenuti della premessa è anche una riflessione sull’esito del voto in Umbria; certo potremmo archiviarlo rispetto alla contenuta dimensione di questa piccola regione rispetto al Paese o potremmo rinviare analisi più raffinate all’esito del prossimo voto in EmiliaRomagna.
Penso invece che i perché di questa sconfitta che annienta mezzo secolo di storia della sinistra in quel territorio vadano pesati e analizzati tanto più perché i numeri espressi sono lo specchio di un grande senso di insicurezza sociale sulla stessa scia che in Germania sta portando l’ultradestra in ascesa vertiginosa.
Bisogna ripartire dalla ricostruzione delle sicurezze sociali attraverso investimenti, occupazione e diritti.
Per quanto ci riguarda, per la Fisac Cgil tutta, il contributo per ricostruire diritti, salari e buona occupazione oggi non può che passare dal rinnovo del Ccnl del credito .
Buon lavoro a tutte e a tutti
Giuliano Calcagni
Segretario Generale FISAC CGIL