Articolo tratto dal sito de Il Sole 24 Ore
18 novembre 2019 – 17:18
Il Monte dei Paschi di Siena deve rimanere “integro”, senza un disimpegno precoce del Tesoro – compatibilmente con gli indirizzi emanati in sede europea – e con un nuovo partner industriale che ne possa sostenere il rilancio. Questa la linea che vede concordi i sindacati del mondo bancario Fabi e Fisac-Cgil, i cui vertici si sono ritrovati oggi a Firenze per la festa itinerante della Fisac Toscana.
«Noi siamo dell’idea che la banca debba rimanere italiana – ha affermato Lando Maria Sileoni (nella foto), segretario generale Fabi – e c’è tutto il tempo per creare le condizioni per far sì che non ci sia uno spezzatino, perché lo spezzatino significherebbe portare la banca adesso a perdere la propria identità e la propria natura. Soprattutto, se non ci sono compratori credibili, è preferibile che lo Stato mantenga per ancora un po’ di tempo il 67% del capitale, e il governo si muova con la Bce per ottenere le stesse condizioni che i governi hanno avuto per le banche in crisi in Germania, Francia, Olanda».
Secondo Sileoni, inoltre, sarebbe opportuno approntare una sorta di “scudo” per Banca Mps, simile a quello per la ex-Ilva di Taranto al centro delle cronache di questi giorni, alla luce dei contenziosi giudiziari in essere: «Più che uno scudo penale come per
l’Ilva, devono trovare dal punto di vista legislativo, quindi contrattuale e legale, una soluzione per evitare che pesino sulla eventuale vendita della banca i 3 miliardi di cause legali».
L’appello per un Monte “integro” è rilanciato anche da Giuliano Calcagni, segretario generale della Fisac-Cgil, secondo cui «non accetteremo nessuno spezzatino di questa grande azienda, anzi la rilanciamo, perché ci sono spazi sul mercato per l’utilizzo del risparmio privato a sostegno delle infrastrutture materiali e immateriali del Paese». E così anche Vincenzo Colla, vicesegretario generale della Cgil, si schiera per una permanenza dello Stato nel capitale dell’istituto senese «se non ci sono soluzioni industriali che danno la possibilità da una parte di rimettere Mps su una traiettoria di tenuta, come sta facendo, e dall’altra parte se non c’è un progetto industriale con soggetti industriali che sono in grado di garantirlo. Mi sembra evidente che abbiamo bisogno di mantenere una traiettoria. Non c’è niente di male: in molte realtà in Europa c’è nel capitale il settore pubblico».
Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, ha sottolineato che «sono stati fatti grandissimi progressi nel recupero della situazione, sotto il profilo della stabilità, del recupero della redditività della banca», per cui «ci saranno opportunità – ha osservato Sabatini – perché anche questo importante gruppo ritrovi una prospettiva che sarà definita dalle strategie del suo management e dalle strategie dell’azionista, compatibilmente con il quadro definito dalle autorità europee».