Trieste, 27.3.2020
I SETTORI BANCARIO ASSICURATIVI, SERVIZI ESSENZIALI
I settori bancario e assicurativo sono ritenuti servizi essenziali e come tali, dall’inizio dell’epidemia, hanno continuato a svolgere le loro attività sul territorio, anche se non senza criticità.
Infatti, la mancanza di dispositivi di protezione, problema comune a molti settori in questo periodo, ha coinvolto anche il nostro settore e, sebbene il flusso delle visite agli uffici bancari e assicurativi abbia avuto in queste ultimi giorni un sensibile calo, il rischio del contagio è stato e continua ad essere un problema e una preoccupazione quotidiana. Per cercare di tutelare dipendenti e clienti, banche e assicurazione abbiano messo in atto una serie di provvedimenti come la riduzione di orario, l’apertura a scacchiera delle filiali bancarie e delle agenzie assicurative, la chiusura di alcuni uffici, e non per ultima l’apertura solo previo appuntamento in modo da gestire nella maniera migliore possibile il flusso dei clienti.
COSA STIAMO FACENDO COME SINDACATO
Le organizzazioni sindacali nelle ultime settimane sono state particolarmente proattive con le associazioni di categoria, ABI, ANIA, ANAPA e Federcasse e in più momenti hanno sollecitato provvedimenti e seguito da vicino il loro attuarsi. Abbiamo così potuto assistere a comportamenti esemplari, a comportamenti al di fuori degli accordi di settore, e ad azioni che purtroppo non sempre avevano come principale obiettivo la tutela della salute ma rincorrevano solo il business. Nonostante fosse stato necessario individuare e portare avanti solo le attività essenziali e su quelle impegnare la forza lavoro, in molte realtà qualcuno ha provato a portare avanti politiche commerciali normali in altri tempi, ma decisamente fuori luogo quando si sta vivendo una tale emergenza.
Altre incongruenze riscontrate riguardano la gestione delle ferie imposte a gruppi di lavoratori che già erano stati “messi in sicurezza” con lo svolgimento dell’attività in smart working o in lavoro remoto. Come sindacato riteniamo questa pratica illegittima e conferma di ciò ci arriva anche dall’ultimo accordo sottoscritto con l’associazione datoriale.
La maggior parte del settore ha però risposto bene ed è riuscita a garantire il servizio inderogabile alla clientela cercando di operare in sicurezza, anche grazie all’ingegno e alla competenza delle colleghe e dei colleghi a cui va riconosciuto questo gran merito.
LA DELICATA SITUAZIONE NELLE FILIALI
Ora ci avviciniamo al 1° aprile, data in cui andranno in pagamento le pensioni negli istituti bancari. Infatti, mentre le pensioni pagate per cassa dalle poste hanno visto un anticipo nell’erogazione in modo da scaglionare la presenza negli uffici postali dal giorno 26 marzo, per le banche l’accredito delle pensioni è stato confermato per tutti al 1 aprile.
Il mantenimento della scadenza unica può essere dovuto al fatto che solamente 35.000 pensionati ritirano in contanti la pensione agli sportelli bancari, una quota residuale se si pensa gli 850.000 utenti delle Poste. L’Inps non ha quindi valutato questo come un numero potenzialmente critico per la gestione della sicurezza; così facendo l’ente non ha però tenuto in considerazione il fatto che molti pensionati, sprovvisti di bancomat o poco inclini al suo utilizzo, si presenteranno comunque allo sportello nel giorno dell’emissione della pensione per ritirare il denaro in contanti, con il risultato di creare, in questo delicato momento, una situazione potenzialmente pericolosa.
A questo dobbiamo aggiungere che non tutti sono al corrente del recente protocollo firmato dalle organizzazioni sindacali con Abi, l’associazione delle banche, per gestire la sicurezza dei dipendenti e dei clienti di questo servizio essenziale. L’intesa, datata 24 marzo, infatti prevede che alle banche si possa accedere solo previo appuntamento e nel rispetto delle condizioni di sicurezza (distanza di 1 metro, utilizzo dei DPI o nell’impossibilità di reperirli sistemi alternativi quali schermi in plexiglass).
BANCHE SOLO SU APPUNTAMENTO E SOLO SE NECESSARIO
Invitiamo quindi tutte le pensionate e i pensionati che avessero deciso di riscuotere in contanti la propria pensione in banca a telefonare alla filiale in cui vanno di solito per avere informazioni su come comportarsi e fissare un appuntamento; mentre invitiamo tutti coloro che ne hanno la possibilità ad utilizzare il bancomat per i prelievi. In caso contrario il rischio sarebbe quello di assembramenti davanti alle filiali, che sarebbero tra le altre cose inutili ai fini della riscossione del contante perché, dovendosi attenere alle direttive, le banche comunque non potrebbero far accedere tutti coloro che non hanno preventivamente fissato un appuntamento.
Ora è importante che tutti, banche, assicurazioni e clienti, in tutte le regioni (ci sono stati infatti territori o istituti in questo più virtuosi di altri) capiscano che è di vitale importanza il rispetto delle regole che ci siamo dati per contenere la diffusione del virus, nel caso delle banche ancora di più perché la scadenza del 1° aprile coinvolge la fascia più a rischio della popolazione, quella dei pensionati.
E, sempre a proposito di scadenze e pagamenti, ricordiamo che il periodo di comporto, cioè la proroga della copertura dell’RC auto se si rinnova la polizza in corso, è stato portato da 15 a 30 giorni: non serve correre in agenzia a rinnovare il giorno stesso in cui scade la polizza, ma è consigliato sempre telefonare per fissare un appuntamento o procedere al pagamento in altro modo, come ad esempio con bonifico bancario.
ALLEGATO: articolo de “Il Piccolo” di Trieste