SMART WORKERS E RIUNIONI IN CALL AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Smart working cioè il lavoro agile, snello, svolto a casa o comunque fuori da un ufficio tradizionale. È la soluzione immediata e temporanea (chissà…) delle ultime settimane all’impossibilità o alla difficoltà di garantire nelle sedi aziendali la distanza minima di sicurezza imposta per arginare il contagio del COVID 19.
È stata questa la prima misura attuata dalle aziende, anche su spinta legislativa (il primo Decreto sull’emergenza epidemiologica conteneva espressa indicazione in proposito) insieme al fatto che le riunioni fossero effettuate con lo strumento della “Call Conference”.
Lo smart working è passato da una modalità di lavoro ad adesione volontaria a modalità lavorativa applicabile in via automatica a tutti i rapporti di lavoro in Italia (essendo tutto il Paese – per ora – zona arancione o rossa) laddove ovviamente compatibile con la tipologia di mansione. Con le Direttive emanate a causa del Covid-19 i tavoli da cucina e soggiorni si stanno trasformando così in uffici domestici di fortuna per tanti lavoratori e lavoratrici e per questo crediamo sia importante fornire di seguito alcune importanti informazioni di cui alle normative in vigore e alle previsioni contenute nel CCNL appena rinnovato a partire dal rispetto degli orari e della disconnessione, anche perché è oggi difficile immaginare quando si potrà tornare a condividere gli spazi degli uffici.
Nel nostro allegato:
- RISPETTO DEGLI ORARI & DISCONNESSIONE
- EVITARE LE TENSIONI COMMERCIALI
- STRUMENTAZIONE E TUTELA DEI DATI AZIENDALI
- CONIUGARE MANSIONI E SITUAZIONI FAMILIARI
- ECCESSO DI SOLLECITAZIONI
- LEARNING NON È SMART WORKING
- L’IMPORTANZA DEL “CONTATTO” CON I COLLEGHI