Il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita costituiscono uno dei pilastri essenziali del benessere equo e sostenibile. L’Istat spiega che il lavoro “costituisce l’attività basilare di sostegno materiale e di realizzazione delle aspirazioni individuali. La piena e buona occupazione è uno dei parametri principali della stabilità economica, della coesione sociale e della qualità della vita”. Sempre l’Istat chiarisce che la qualità del lavoro si sostanzia in termini di stabilità del lavoro, reddito, competenze, conciliazione degli orari tra tempi di lavoro, personali e familiari, sicurezza del lavoro e nel lavoro, partecipazione dei dipendenti alla vita dell’impresa, soddisfazione soggettiva verso il lavoro.
La buona occupazione è quindi un qualcosa molto concreto, che si declina in base al contesto lavorativo specifico, influenzata sicuramente dalle novità in termini di flessibilità individuali, ma fortemente condizionata dalle scelte aziendali, nella cornice delle iniziative e modifiche indotte da quanto presente nei programmi del Piano d’Impresa.
Un elemento rilevante è dato sicuramente, per Fideuram, da tutto quanto è messo sotto il cappello della cosiddetta “convergenza”, ovvero di tutto quanto viene improntato ai concetti di unificazione, omogeneizzazione, sinergia, razionalizzazione, soluzione/modello target, condite da ingredienti come partnership, expertise esterne e quant’altro.
Questi programmi finiscono facilmente per sostituire persone e competenze presenti in azienda con altro, favoriti dalla facilità con cui la tecnologia permette la riorganizzazione anche spaziale del lavoro, svuotando le piazze lavorative di attività e mansioni, e mettendo a rischio l’equilibrio quali-quantitativo dell’occupazione in azienda.
Ad esempio, gli interventi previsti sulla filiera dei fondi Fideuram, a partire dal Fonditalia, con esternalizzazioni di pezzi di processo a StateStreet cosa riserva per le professionalità che oggi compongono – rispetto appunto ai fondi – i presidi e i gruppi di lavoro che gestiscono il rapporto con la clientela ed i PB, tutto il back-office di prodotto, le piattaforme informatiche dedicate a Fideuram ed alle sue reti commerciali? È legittimo chiedersi quindi quale futuro attende Fideuram. L’attenzione su questo da parte nostra è massima e l’Azienda non potrà sottrarsi al confronto sulle ricadute delle iniziative che sono presenti nei piani della Divisione.
19 gennaio 2023
Fisac Cgil Fideuram