MPS: 8 marzo 2024 – l’unica lotta che si perde è quella che si abbandona

“L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona”

(Rigoberta Menchù – premio Nobel per la pace 1992)

Il 2 giugno del 1946 si riunì l’Assemblea Costituente con lo scopo di scrivere la Costituzione della Repubblica Italiana. Dei 556 componenti, 21 erano donne.

A fronte di una percentuale di rappresentanza bassissima, il contributo di quelle donne fu fondamentale e accolto nella stesura di diversi articoli, dall’art. 3 – in cui proposero che il concetto di uguaglianza e dignità sociale fosse senza distinzione di sesso – all’art 37 – in cui è stabilito che le donne lavoratrici hanno gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano ai lavoratori.

L’8 marzo è la giornata internazionale della donna e, nonostante siano trascorsi tanti anni, quanto sancito nella nostra Costituzione non è ancora completamente esigibile.

Fonti CGIL, INPS e le maggiori agenzie di stampa, ci rappresentano un’Italia in cui:

  • il 35% delle donne non è titolare di un conto corrente;
  • il tasso di occupazione femminile è del 52,7% contro il 70,8% negli uomini;
  • i ruoli di dirigenza sono ricoperti solo dal 18% di donne;
  • il divario retributivo è del 40%.

Molestie sul lavoro e violenza di genere perpetrata in ogni forma – da quella verbale e psicologica a quella fisica, fino ad arrivare al femminicidio – rappresentano fenomeni in forte crescita e che spesso affondano le loro radici proprio nella dipendenza economica della donna e nell’esercizio del potere dell’uomo.

Sono 120 le donne uccise nel 2023, oltre la metà degli omicidi sono attribuiti al partner o all’ex partner della donna uccisa e circa il 20% ad altri parenti.

Sono 1,4 milioni le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro, l’8,9% per cento delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione.

C’è ancora tanto cammino da fare, così ci raccontano i numeri e le percentuali rilevate, ma “conoscere i dati è importante se li utilizziamo per generare un cambiamento, altrimenti rimangono numeri” (Lara Ghiglione – responsabile nazionale Politiche di Genere della CGIL).

E non dimentichiamo il ruolo delle donne come costruttrici di pace, a partire dal loro impegno per la stesura dell’articolo 11 della Costituzione “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, fino alle attiviste per i diritti umani di oggi, che nei teatri di guerra di tutto il mondo lavorano ogni giorno per la pace, lontano dai riflettori e dalle grandi conferenze internazionali in cui protagonisti sono quasi esclusivamente uomini, e che provano quotidianamente a ricostruire i tessuti di quelle comunità lacerate dai conflitti e dagli scontri armati.

Consapevoli di tutto questo, le donne e gli uomini della FISAC CGIL MPS confermano e rinnovano il loro impegno alla lotta contro le diseguaglianze e contro qualsiasi forma di violenza dentro e fuori il posto di lavoro, nel nome della libertà e della dignità di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori. 

 

8 marzo 2024

 

Pulsante per tornare all'inizio