19 LUGLIO 1992 – 19 LUGLIO 2024
Paolo Borsellino
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina
“Dal puzzo del compromesso morale al fresco profumo di libertà”
Il prossimo 19 luglio ricorre il 32° anniversario della strage di via D’Amelio, una strage per molti versi ancora impunita, nella quale, per mano mafiosa, furono barbaramente uccisi il giudice Paolo Borsellino e i suoi agenti di scorta, impegnati nel servizio delle istituzioni democratiche di questo nostro Paese.
Borsellino e Falcone avevano dimostrato che “Cosa nostra” e con essa tutta la rete parassitaria di interessi politici, economici e finanziari collegati potevano essere sconfitti, dando così alla Sicilia la possibilità di liberarsi dal sottosviluppo, dal clientelismo, dall’appropriazione delle risorse pubbliche da parte dei soliti interessi privati.
Purtroppo, non è stato così, il movimento culturale e morale e il risveglio delle coscienze, a cui avevano puntato come fine ultimo e insostituibile della loro azione giudiziaria, si è, anno dopo anno, affievolito, se non scomparso.
E a nulla sembra servita, in termini di riscatto e sviluppo della Sicilia, la cattura e la successiva morte dei vari Riina, Provenzano e, per ultimo, Messina Denaro, oltre la cattura dei loro più diretti fiancheggiatori. Segno questo che la lotta a “Cosa nostra” non può essere limitata al braccio armato, ma deve essere anche una lotta culturale e morale.
Per questo crediamo che l’unico modo non retorico per ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta sia quello di riportare direttamente le sue ultime parole pubbliche, che danno il senso della sua statura morale a cui tutti noi dovremmo sempre ispirarci, giorno dopo giorno, in ogni azione della nostra vita quotidiana.
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“Sono morti per Noi e abbiamo un grosso debito verso di loro. Questo debito dobbiamo pagarlo,
gioiosamente, continuando la loro opera. Rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che
possiamo trarne… anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro. Facendo il nostro dovere.
La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non
doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che
coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del
fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della
contiguità e, quindi, della complicità.
Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse: “la gente fa il tifo
per noi”. E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l’appoggio morale della popolazione
dà al lavoro dei giudici. Significava qualcosa di più…
Significava che l’altezza del nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze…”
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Forte è stato il messaggio morale e culturale che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino, un messaggio che spesso in questi anni non abbiamo raccolto o abbiamo disatteso. Ecco che allora tocca a Noi tutti, come singoli e come Organizzazione, raccogliere e riprendere quel messaggio e praticarlo con coerenza, nei singoli comportamenti personali e in quelli collettivi, a partire dai nostri luoghi di lavoro, rifiutando connivenze e facili scorciatoie per privilegi di ogni sorta e rapide e misere carriere, affinché “il fresco profumo di libertà” possa finalmente coprire “il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”.
Palermo, 16 luglio 2024
R.S.A. PALERMO
COORDINATORI TERRITORIALI
FISAC-CGIL UNICREDIT SICILIA