Il seminario promosso dalle Fisac/CGIL di Caserta e Benevento, tenutosi presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università Vanvitelli a S.M. Capua Vetere il 3 dicembre scorso, ha evidenziato contraddizioni e limiti della reale possibilità di applicazione della Legge Calderoli nel settore creditizio.
Le precise analisi dei Proff. Giannola e Chieffi fanno emergere che gli ambiti di competenza riservati alle regioni ordinarie nel settore delle banche locali -casse di risparmio, rurali, cooperative, ecc. – come teoricamente consentito dall’ultimo comma dell’art. 116 Costituzione – è molto limitato essendo condizionato dai vincoli internazionali, europei, provenienti dalla BCE e dalla Banca d’italia.
La recente sentenza della Corte Costituzionale (192 del 2024), nel confermare tale definizione restrittiva delle competenze regionali ha di fatto ridimensionato le pretese di Lombardia e Veneto di acquisizione di potestà legislativa e amministrativa piena sul settore delle banche locali.
Esigenze primarie di coordinamento nazionale, esercitate dagli organi del potere centrale dello Stato, impediscono l’acquisizione da parte delle regioni di queste ulteriori competenze. L’ulteriore obiettivo di questo ridumensionamento delle pretese delle due regioni è anche quello di scongiurare l’allargamento del divario tra Nord e Sud del Paese, cui solo lo Stato centrale potrà porre rimedio.
La fotografia dell’andamento del settore, è stata ben raffigurata dall’intervento di De Vita (uff. Studi Fisac.CGIL Campania), così come il S.G. della CGIL Campania e la S.G. della Fisac/CGIL hanno – ognuno per gli ambiti di competenza – ribadito la necessità che, nonostante le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale, questa Legge va cancellata.
Ottima la partecipazione del quadro dirigente sindacale dei territori e degli studenti della Facoltà ospitante.
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