MPS: l’8 marzo non è una festa, ma una giornata di lotta

Il sistema patriarcale in cui viviamo assegna ancora oggi agli uomini una posizione dominante nella società, relegando le donne e le persone di genere non conforme a un ruolo subordinato. Questa disuguaglianza strutturale si manifesta in ogni ambito della vita quotidiana, attraverso cultura, linguaggio, immagini, coercizione, esclusione e violenza.

Dal divario salariale alle molestie sul lavoro, dalla violenza di genere alle difficoltà di conciliazione tra vita privata e professionale, dal controllo sul corpo e sulla libertà sessuale fino alla sua espressione più estrema – il femminicidio – la quotidianità continua a ricordarci quanto sia urgente cambiare.

Stereotipi, dinamiche di potere e disuguaglianze radicate alimentano un sistema che non sempre garantisce una protezione adeguata alle donne. La sfida oggi è scardinare questi pregiudizi, anche nell’ambiente lavorativo, partendo dal linguaggio e dai piccoli gesti che, seppur apparentemente innocui, consolidano un modello di società arretrato e discriminatorio. Essere chiamate “le ragazze dell’ufficio”, sentirsi chiedere “signora o signorina?”, essere rappresentate nei corsi di formazione come la segretaria del manager o la moglie spendacciona dell’imprenditore non sono semplici dettagli: sono specchio di una mentalità da superare.

A ciò si aggiungono discriminazioni più evidenti, come la minore presenza femminile nei ruoli di leadership, la disparità salariale a parità di mansioni e le molestie. Troppe volte queste manifestazioni vengono minimizzate o accettate come “normali” dinamiche lavorative costringendo le donne, spesso giudicate colpevoli (semplicemente di essere belle o mamme), a subirle in silenzio.

Per questo, il nostro impegno come donne e uomini della Fisac Cgil MPS non può che essere chiaro e concreto: pretendere politiche aziendali efficaci per la parità salariale e di genere e sostenere, garantendo tutele reali, chi subisce abusi e ha il coraggio di esporsi.

Lottiamo insieme per difendere il diritto fondamentale di un mondo del lavoro che non sia luogo di paura e disuguaglianze, ma inclusivo e privo di ogni forma di violenza e discriminazione.

Facciamolo a partire dalla partecipazione: con i prossimi referendum, torniamo a decidere. Perché il nostro voto sarà la nostra rivolta!

 

Siena, 7 marzo 2025

 

per sapere di più sui referendum: Referendum | CGIL – Confederazione Generale Italiana del Lavoro

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