Acconti Irpef 2025: passo indietro del Governo, la pressione della CGIL dà i primi risultati

Una battaglia giusta a tutela di lavoratori e pensionati

Roma, 25 marzo – “Siamo soddisfatti di aver difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il Governo a rivedere una norma profondamente ingiusta. La questione sollevata dalla CGIL e dal Consorzio nazionale Caaf CGIL era più che fondata”. Con queste parole, Christian Ferrari, segretario confederale della CGIL, e Monica Iviglia, presidente del Consorzio nazionale Caaf CGIL, commentano il comunicato appena diffuso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Se il Governo corregge il tiro, niente tagli a stipendi e pensioni

“Se alle parole seguiranno i fatti, e si interverrà per consentire l’applicazione delle tre aliquote previste per il 2025 nella determinazione dell’acconto Irpef – proseguono Ferrari e Iviglia – i salari e le pensioni di milioni di cittadine e cittadini, già pesantemente colpiti dall’alta inflazione cumulata in questi anni, non subiranno ulteriori riduzioni”.

Un primo risultato, ma la mobilitazione continua

Le dichiarazioni arrivano all’indomani della denuncia pubblica della CGIL sulla nuova modalità di calcolo dell’acconto Irpef per il 2025, che avrebbe comportato un aggravio fiscale per lavoratori e pensionati, come spiegato nel dettaglio nell’articolo pubblicato sul sito FISAC CGIL: Acconti Irpef 2025: la CGIL denuncia una nuova penalizzazione per lavoratori e pensionati.

Un primo passo è stato compiuto, ma la CGIL resta vigile per garantire che le promesse si traducano in misure concrete e giuste.

Vai all’articolo sul sito cgil.it

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