Mentre l’azienda si affanna a raccontare un cambiamento “positivo”, “sfidante”, “armonioso”, la partenza del nuovo modello Top Premium, partita il 14 luglio, racconta una realtà diversa portata avanti nel silenzio assordante dei problemi non risolti e delle promesse non mantenute.
I colloqui, che hanno visto il protagonismo della filiera commerciale, hanno fatto emergere tutte le criticità evidenziate dalle OO.SS. nel confronto con l’azienda:
- Mancanza di trasparenza su formazione, inquadramenti, budget assegnati
- Nessuna chiarezza su strumenti operativi e carichi di lavoro
- Nessuna chiarezza su quello che sarà l’approccio con la clientela dopo un riassetto dei portafogli fatto in fretta e furia che lascerà ai malcapitati colleghi la gestione delle lamentele e insoddisfazioni.
Le scadenze serrate imposte dall’azienda (nonostante la procedura sindacale si sia conclusa a maggio) non hanno dato modo ai colleghi di poter riflettere e valutare con consapevolezza le implicazioni derivanti dall’accettare o rifiutare il nuovo ruolo.
La verità è che questo progetto nasce senza risorse e senza rinforzi.
Con una linea valore già impoverita dalla precedente riorganizzazione SB e con gestori che verranno spostati senza rimpiazzo i carichi di lavoro e i rischi operativi aumenteranno su tutto ciò che rimane delle filiali. Molti colleghi non sono più sereni, ma stanchi, soli, invisibili.
Parlano di “linee guida”, “stimoli”, “soft skills” … Ma non basta cambiare linguaggio per cambiare i fatti.
La Banca continua a propinarci una narrazione ordinata, quasi virtuosa, ma chi vive le filiali ogni giorno sa che il clima è sempre più esasperato, squilibrato, con rischi operativi che aumentano in modo esponenziale.
Sotto la bandiera rassicurante dell’equilibrio aziendale si nasconde un disagio crescente, che si traduce in stress, insicurezza, rassegnazione, demotivazione!
Inoltre, i luoghi di lavoro in molti casi sono l’antitesi del decoro tanto decantato.
Cosa chiediamo?
- Un piano concreto di assunzioni, per la Toscana Nord e soprattutto sul territorio di Firenze e provincia, ormai al collasso.
- Una riduzione dei carichi di lavoro, oggi insostenibili.
- Chiarezza immediata su inquadramenti, formazione e diritti connessi al nuovo ruolo.
- Calibrazione dei carichi di lavoro per tutti quelli che non saranno inquadrati nel nuovo ruolo.
Non si può “sistemare” un modello che pur rispecchiando le nuove linee guida del settore, viene messo in piedi senza tenere conto delle criticità organizzative pensando di sopperirvi con un edulcorato storytelling.
Serve il coraggio di nominare il disagio, rimettere al centro le persone, spezzare la spirale dell’improvvisazione continua.
Hanno cambiato il nome, ma non il copione.
Sempre più carichi, sempre meno persone, sempre la stessa favola!
Peccato che qui non sia una favola, ma lavoro vero, con persone vere.
Firenze, 15/07/2025
RSA Mps Fisac Cgil Firenze