Lavori in Corso torna ad occuparsi di questioni nazionali: il taglio ai patronati.
I patronati sono istituti che, a norma di legge fin dal 1947, esercitano funzioni di assistenza e di tutela in favore dei lavoratori, dei pensionati e di tutti i cittadini presenti sul territorio dello Stato. Ogni anno lavorano milioni di pratiche:
domande di pensione e ricostituzioni, domande di assegni al nucleo familiari pensionati, richieste di verifica posizione assicurativa, domande di infortunio e malattia professionale, domande di invalidità civile e indennità di accompagnamento, richieste e rinnovi del permesso di soggiorno e ricongiungimenti familiari, domande di indennità di maternità, domande di ASPI, mini ASPI e mobilità, etc.
I patronati vivono di finanziamento pubblico, alimentato dallo 0,226% dei contributi versati dai lavoratori dipendenti ogni anno. La legge di stabilità proposta dal Governo ed ora affidata all’iter parlamentare, prevede un taglio al Fondo Patronati del 35% non solo in termini transitori, ma in modo strutturale. Nessuna indicazione per la detrazione dello 0,226% che rimarrebbe in busta paga, ma ai patronati andrebbe lo 0,148%. Ancora non è chiaro dove finirebbe il restante 0,078%.
Dopo anni di crisi, in cui i presìdi sociali si sono rivelati una risorsa sempre più essenziale, i tagli ai patronati vanno a ricadere sui più deboli. Lavoratori, pensionati e immigrati rischiano di trovarsi privati di una tutela gratuita per l’esercizio dei loro diritti. Per contrastare questa misura, che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, sono state avviate una campagna di sensibilizzazione e una forte mobilitazione.
Per questa ragione, la mobilitazione promossa dai principali patronati italiani proseguirà per tutto l’iter parlamentare di approvazione della legge di Stabilità. Il 15 novembre prossimo si svolgerà la giornata nazionale di protesta, con iniziative in tutte le province italiane. Nelle principali piazze saranno allestiti stand e si terranno incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione vitale per il rispetto di diritti costituzionalmente garantiti. Nel frattempo è anche partita una raccolta di firme online sui siti di ACLI, INAS, INCA e ITAL.
Negli ultimi anni i patronati hanno anche supportato una gigantesca esternalizzazione dei servizi dell’INPS, realizzata rendendo obbligatorie le trasmissioni telematiche non solo delle domande di pensione, ma di ogni tipo di prestazione. Una riduzione del finanziamento di questa portata comporta l’impossibilità di garantire i servizi all’utenza.
Uno dei punti di forza del patronato è sempre stata la gratuità del servizio. La sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com’è, si tradurrebbe in un’altra tassa occulta per quei milioni di cittadini che per presentare domande di pensione, invalidità, disoccupazione, accompagnamento, etc. saranno costretti a rivolgersi a pagamento a un mercato selvaggio di nuovi consulenti, che opereranno senza alcun controllo e senza regole.
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