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L’Azienda dopo 4 giorni di confronto infruttifero, con un formale comunicato, rompendo una consolidata e lunga tradizione nelle relazioni sindacali, ha dichiarato conclusa, senza alcun accordo sindacale, la procedura riguardante 120 colleghi del Credito Valtellinese che saranno a breve coinvolti da:
- Chiusura 27 filiali
- Trasformazione di 10 filiali in minisportelli e apertura 3 nuove filiali Bancaperta
- Riduzione operatività pomeridiana mediante la chiusura della cassa e la prosecuzione esclusivamente delle attività di consulenza per 8 filiali
- Creazione di un Polo di Back Office CSS a Roma, oltre a quelli già creati a Fano, Montefiascone e Viterbo con la previsione di collocarvi in distacco 12 lavoratori Creval
L’Azienda ha rifiutato di concordare qualsiasi tutela, oltre a quelle già previste a livello di contratto nazionale ed integrativo, riservandosi di attuare i provvedimenti deliberati in piena autonomia. Temiamo si ripeta il deprecabile utilizzo delle famose lettere di trasferimento o di assegnazione nuova mansione, che l’Azienda unilateralmente presenta, tramite le Direzioni territoriali, ai colleghi per farle loro sottoscrivere a integrale accettazione, possibilità inserita dal Jobs Act, e che noi stiamo contestando da due anni; in merito rinnoviamo l’invito ai colleghi a firmare unicamente per presa visione e mai per accettazione.
Non siamo d’accordo, peraltro, sull’anomala attribuzione alle Direzioni territoriali di specifiche funzioni, il cui espletamento ha dirette ripercussioni anche nell’ambito sociale/famigliare dei dipendenti (trasferimenti, “demansionamenti”, gestione orario prestazione lavorativa ed altro…), che nell’ordinaria conduzione d’impresa dovrebbero essere in carico alla Direzione del Personale.
Inoltre in data 3 novembre abbiamo ricevuto formale comunicazione per la prossima presentazione del Nuovo Piano industriale 2018-2020, da parte del Direttore Generale, che avverrà in data 8 novembre alle ore 10,30.
Ancora non ne conosciamo i contenuti, ma di una cosa siamo certi: non siamo più disponibili ad accettare, in nome di un senso di responsabilità sempre e solo a nostro carico, che i “problemi” di questa azienda siano scaricati sulle spalle dei lavoratori, mentre altrettanto non ci sembra avvenga a livello di management, i cui benefit non paiono diminuire.
Affronteremo pertanto la procedura sindacale riguardante il Nuovo Piano industriale, non escludendo alcuna iniziativa a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.