Inform@fisac settembre 2014 n.1

 

BPER, i crediti deteriorati aumentano a 6,6 miliardi

 

Torna a produrre utili la Banca Popolare Emilia Romagna nel primo semestre dell’anno, ma i crediti deteriorati netti sono aumentati. I conti approvati oggi dal cda hanno mostrato un risultato netto positivo per 42,5 milioni rispetto alla perdita di 19,9 milioni dell’analogo periodo del 2013. Inoltre, l’istituto ha registrato un miglioramento della gestione operativa grazie al margine di interesse e al risultato della finanza.

Nel dettaglio, il margine di interesse è salito del 3,3% a 658 milioni, mentre le commissioni nette sono risultate sostanzialmente stabili a 345 milioni. Le attività di negoziazione hanno prodotto un risultato positivo per 128 milioni (+20%) e nel semestre c’è stata una riduzione del 5,2% delle rettifiche su crediti rispetto allo stesso periodo del 2013.

I crediti deteriorati netti sono però aumentati del 2,6% a 6,6 miliardi con una componente di sofferenze di 2,6 miliardi (+6,8% da fine anno); tali importi risultano rispettivamente pari al 14,4% e al 5,8% del totale dei crediti netti verso clientela, risultata in calo nel periodo del 2,3% a 45,4 miliardi. La banca ha continuato ad applicare un approccio prudenziale nella valutazione dei crediti, come dimostrato dall’ulteriore significativo aumento del livello della copertura sui crediti deteriorati, ormai prossimo al 40% (al 39,4%, +210 punti base rispetto a dicembre e +360 rispetto a giugno 2013), rispetto ai valori già elevati sia di fine 2013 sia del trimestre scorso.

Più nello specifico, la copertura delle sofferenze è risultata pari al 56,5%, in aumento di 150 bps rispetto a fine anno (55%) e di 170 bps rispetto a giugno 2013 (54,8%); tenuto conto delle svalutazioni dirette sui crediti in sofferenza ancora in essere pari 1,4 miliardi, la copertura delle sofferenze si è attestata al 64,8%. In significativo incremento anche la copertura degli incagli, ora al 19,3% rispetto al 18,2% di fine 2013 (+110 bps) e al 17,4% dello stesso periodo dello scorso anno (+190 bps).

Grazie all’esito positivo dell’aumento di capitale da 750 milioni di euro, è migliorata ulteriormente la solidità patrimoniale di Bper con un Common Equity Tier 1 salito al 10,43%, senza considerare i benefici che deriveranno dalla validazione dei modelli interni avanzati per la misurazione del rischio di credito. “Tutti questi elementi contribuiscono a renderci fiduciosi in vista degli esiti dell’asset quality review e degli stress test europei che saranno
resi noti solo nel corso del prossimo mese di ottobre”, ha affermato l’ad, Alessandro Vandelli.

Il management sta iniziando le prime attività per predisporre il nuovo piano industriale 2015-2017 che sarà presentato all’inizio dell’anno prossimo, piano che avrà l’obiettivo il ridisegnare il modello distributivo del gruppo e di ridurre in modo strutturale la base costi al fine di raggiungere un adeguato e sostenibile livello di redditività, consolidando la leadership nei territori di riferimento.

A Piazza Affari il titolo Bper, dopo la pubblicazione dei conti, ha accelerato al ribasso ed ora è sospeso con un teorico -11,75%. “Consideriamo eccessiva la reazione negativa del mercato”, ha affermato a caldo un analista di una sim milanese. “I ricavi sono stati superiori alle nostre attese nel secondo trimestre: 607 milioni contro 597 attesi, invece l’utile netto inferiore: 7,6 milioni contro 26 milioni stimati, per effetto di oneri straordinari e maggiori imposte”, ha spiegato l’esperto, apprezzando il rafforzamento della copertura delle sofferenze e confermando la raccomandazione outperform sul titolo.

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