Il colpo di calore è riconosciuto come infortunio sul lavoro

Colpo di Calore: Un Rischio Reale per Chi Lavora al Caldo

Il caldo estremo rappresenta un pericolo concreto per la salute, in particolare per chi svolge lavori fisicamente impegnativi o opera in ambienti non climatizzati. A sottolineare la gravità della situazione è Paola Rossi, rappresentante dell’Inca nazionale, che intervistata da Collettiva dichiara:

“Esporsi a temperature elevate per lunghi periodi può portare a condizioni mediche gravi come il colpo di calore”.

Chi è più a Rischio: Lavoratori all’Aperto e in Ambienti Caldi

Il colpo di calore è una condizione medica seria causata dalla prolungata esposizione a temperature elevate. Colpisce soprattutto chi lavora:

  • All’aperto (es. edilizia, agricoltura, pesca, logistica)

  • Al chiuso in ambienti poco ventilati e surriscaldati

È fondamentale sapere che il colpo di calore è riconosciuto come infortunio sul lavoro, e quindi meritevole di tutela.

I Sintomi del Colpo di Calore da Non Ignorare

Riconoscere subito i sintomi del colpo di calore è essenziale per agire tempestivamente. Paola Rossi, Inca nazionale, elenca i segnali più comuni:

  • Irritabilità

  • Debolezza e crampi muscolari

  • Vertigini e mal di testa

  • Nausea

  • Temperatura corporea elevata

“Se li avverti mentre stai lavorando, non ignorarli”, raccomanda Rossi.

Cosa Fare in Caso di Malore sul Lavoro per il Caldo

Se accusi un malore dovuto al caldo mentre lavori, è essenziale:

  1. Recarsi immediatamente al pronto soccorso

  2. Dichiarare chiaramente che il malore è insorto durante l’attività lavorativa

“Questo è un passaggio fondamentale per il corretto riconoscimento dell’infortunio sul lavoro”, spiega Paola Rossi.

Inca Cgil: Assistenza per il Riconoscimento dell’Infortunio

Per ottenere assistenza, è consigliato contattare subito il patronato Inca Cgil, che offre supporto per:

  • L’avvio delle pratiche di riconoscimento dell’infortunio

  • L’accesso alla tutela economica e sanitaria prevista

Puoi contattare l’Inca:


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